La sanificazione.
L’ambiente nel quale viviamo è saturo di aria, costituita da una miscela di gas e microrganismi. Non si potrà mai abbattere totalmente i microrganismi presenti, ma si può ricondurre a una soglia accettabile di tolleranza, in conformità al tipo di attività svolta in quel determinato ambiente.
La sanificazione consiste almeno di due fasi successive:
- la detersione
- la disinfezione
La detersione accurata consistente nell’asportazione di:
- sporco,
- grasso
- polveri
attraverso acqua e sapone o alcool etilico al 75% o ipoclorito di sodio al 0,5%, eseguita con guanti, sistemi di protezione individuale, da superfici, oggetti, ambienti confinanti ed aree di pertinenza.
Si passa poi alla disinfezione vera e propria, cioè il procedimento attraverso il quale si riduce a livello di sicurezza la presenza di microrganismi patogeni, presenti sulle superfici e attrezzature, mediante l’utilizzo di prodotti chimici corredati di scheda di sicurezza.
Durante la santificazione è fondamentale indossare le mascherine con filtrante respiratorio FFP2 o FFP3, camice monouso impermeabile a maniche lunghe e rispettare le misure indicate per la rimozione in sicurezza dei DPI.
Le aree considerate a rischio alto sono le superfici toccate di frequente dalle persone quali:
- muri,
- porte,
- finestre,
- corridoi,
- vani scala,
- corrimano,
- ascensori,
- pulsantiere,
- maniglie,
- in generale tutti i luoghi di passaggio.
I locali devono essere chiusi e sigillati, per una migliore azione, e aereati prima della permanenza.
Non tutti i microrganismi reagiscono alla stessa maniera, per cui i tempi di contatto (cioè il tempo necessario al principio attivo per inattivare il microrganismo) variano:
- pochi minuti
- almeno 15/20 minuti
- fino ai 45/50 minuti.
Occorre ripetere la sanificazione ciclicamente, almeno negli ambienti a rischio alto e intermedio.
E’ importante chiedere le credenziali a chi opera, affidandosi a ditte specializzate che posseggano i requisiti prescritti dall’art. 2 del D.M. 274/1997.